Father, il film diretto da Tereza Nvotová, ha per protagonista della storia un uomo all’apparenza realizzato, con una carriera brillante e una famiglia amorevole.
Vede la sua vita andare in frantumi in un solo istante quando riceve una telefonata dalla moglie che gli comunica che la loro bambina è scomparsa dall’asilo nido. Ma la realtà è ancora più devastante. La neonata non è mai arrivata lì. È rimasta sul sedile posteriore della sua auto, dimenticata da lui.
Inizia così una spirale di angoscia, colpa e incredulità. L’uomo, padre devoto, scopre di essere vittima di un tragico fenomeno noto come Sindrome del Bambino Dimenticato, un vuoto di memoria dissociativo che colpisce, silenziosamente, centinaia di genitori in tutto il mondo. Il senso di colpa lo isola, il suo matrimonio vacilla, e vede avvicinarsi l’ombra del carcere. Perde anche la voglia di continuare a vivere, pensando più volte di farla finita. Ma in mezzo alla devastazione, lui e sua moglie iniziano un percorso doloroso e necessario, e cioè comprendere che non si è trattato di una distrazione superficiale o di una semplice negligenza, ma di un cortocircuito nel funzionamento del suo cervello.
Tra interrogativi irrisolti, rabbia e silenzi, emerge lentamente una possibilità, quella di trovare il modo di perdonarsi.